Nuovo ospedale di Cosenza, il Consiglio di Rende discute il progetto di fattibilità tecnico-economica
Domani seduta d’urgenza per approvare lo schema di accordo tra Regione, Unical e Comune di Rende. Un primo punto fermo dopo anni di annunci e attese

RENDE Il nuovo ospedale di Cosenza? Per ora se ne discute a Rende. «Approvazione Schema di accordo fra il Commissario Delegato per l’edilizia sanitaria della Regione Calabria, Università della Calabria, Comune di Rende, ai sensi dell’art. 15 della Legge 241/90 avente ad oggetto: “Progetto di fattibilità tecnico-economica per la realizzazione del nuovo ospedale di Cosenza“»: è questo l’unico punto all’ordine del giorno del Consiglio comunale d’urgenza convocato per domani pomeriggio a Rende (inizio ore 18) dal presidente della massima assise elettiva cittadina, Francesco Adamo.
Sul tavolo dunque un passaggio apparentemente formale ma invero sostanziale verso la realizzazione dell’hub-policlinico Unical: poco più di un anno e mezzo fa – era marzo 2024 – il Corriere della Calabria diede notizia dell’incontro tra la presidente della Provincia Succurro con il rettore Leone in vista della nascita di una strada di collegamento tra lo svincolo autostradale di Rende e l’Unical, proprio in ottica nuovo ospedale; notizia che non a caso aveva causato la levata di scudi del sindaco di Cosenza, Franz Caruso, oggi come allora contrario all’ipotesi Arcavacata ma più propenso all’originaria collocazione, corroborata da uno studio di fattibilità, nell’area di Vaglio Lise, più strategica tanto per la vicinanza al centro città quanto per la logistica in uno snodo viario e infrastrutturale tra area sud, area nord e Presila. Ancora oggi, lo stesso Caruso e grandi pezzi del centrosinistra bruzio parlano senza mezzi termini di “scippo” ai danni dell’Annunziata.
La collocazione tra Rende e Montalto
Il primo step dovrà essere completato entro e non oltre il mese di marzo 2026, pena la perdita dei fondi per realizzare l’opera finanziata con fondi Pnrr. Il primo lotto dei lavori riguarderà proprio la realizzazione della strada di collegamento tra lo svincolo autostradale e il Campus.
E se i tre principali “attori” dell’intricato risiko progettuale sono la Provincia di Cosenza ancora guidata da Rosaria Succurro (eletta nel frattempo consigliere regionale) e i Comuni di Rende e Montalto Uffugo (enti appaltanti) che nel frattempo hanno cambiato la loro guida – prima Faragalli e poi Principe – discorso a parte merita invece l’area da edificare: per il nuovo ospedale sono infatti disponibili oltre 30 ettari tra Rende e Montalto Uffugo, in particolare tra contrada Rocchi e Settimo. Quando si parla del nuovo policlinico Unical che farà da hub dell’area urbana, infatti, è il caso di menzionare anche il comune più a nord e nello stesso tempo più in espansione, grazie a progetti ambiziosi come lo svincolo autostradale proprio a Settimo e la stazione ferroviaria di Santa Maria, collocata tra Rende e Montalto, che farà della città di Leoncavallo uno snodo infrastrutturale oltre che polo della logistica.
Tornando ai terreni su cui dovrà essere costruito il nuovo ospedale, la Provincia è proprietaria di 15 ettari incastonati nell’area universitaria – una parte è stata data al Centro di ricerca per l’olivicoltura, oggi ne restano circa 8 – e tuttora è proprietaria di circa 25 ettari in località Laconi (ex istituto agrario) posti al confine dell’Unical: è il terreno che ingloba la strada per Rocchi e l’area su cui è prevista la costruzione di un nuovo ponte a Settimo, altro importante intervento per la viabilità interna.
Cinque anni di annunci
Se si scava nelle cronache, uno dei primi riferimenti a Rende come sede del nuovo ospedale risale a poco più di quattro anni fa (ma un post dello stesso Principe sul tema risale al marzo 2020), e venne dall’allora sindaco Marcello Manna: erano i giorni dell’accreditamento da parte del ministero dell’Università e della Ricerca del corso di laurea magistrale a Ciclo unico in Medicina e Chirurgia Td (Tecnologie digitali) all’Unical e Manna commentò che «l’allocazione del nuovo nosocomio a Rende è ora una scelta dovuta» aggiungendo che «la medicina si fa sul territorio: è l’organizzazione territoriale a fare la differenza e con l’implementazione del nuovo assetto urbanistico, attraverso la realizzazione dello svincolo autostradale a Settimo e della stazione ferroviaria tra Rende e Montalto, si andrà a offrire un servizio essenziale in una zona strategica in vista della città unica. Bisogna avere una visione chiara sul futuro: l’attuale ospedale ha cento anni, il nuovo nosocomio deve essere pensato per i prossimi cento».
In oltre un lustro, molti scenari politico-amministrativi sono cambiati e c’è da scommettere che il passaggio di domani sera nella sala consiliare di piazza Matteotti rappresenterà un primo punto fermo dopo mesi e mesi di ipotesi, supposizioni e scontri politici. (redazione@corrierecal.it)
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