“La Prima dell’Olio” celebra il prodotto simbolo del Made in Italy
Confagricoltura, Carapelli Firenze e Unapol aprono la stagione 2025-2026

ROMA “La Prima dell’Olio”, un evento destinato a diventare un appuntamento annuale in apertura della nuova campagna olearia per celebrare un prodotto simbolo del Made in Italy. A organizzarlo Confagricoltura, Carapelli Firenze e Unapol a Palazzo della Valle a Roma.
Proprio come una “prima” teatrale, la cena evento è stata occasione per aprire il sipario sulla stagione oleicolo-olearia 2025/2026 con l’olio extra vergine appena prodotto che ha fatto così il suo gran debutto a cena. Tra gli argomenti principali affrontati durante l’evento i dati sulla produzione, i nuovi progetti e il lavoro su nuove forme di comunicazione.
Un nuovo modo di raccontare l’olio extra vergine

Tra le opportunità da cogliere infatti c’è quella di valorizzare il comparto attraverso nuove forme di comunicazione, raccontando il valore del prodotto principe della Dieta Mediterranea e ambasciatore del Made in Italy: “raccontare l’olio extra vergine significa far emergere il lavoro che c’è dietro, le sue caratteristiche, i territori e la loro dimensione culturale e sociale. Solo così si può costruire nel consumatore la consapevolezza del giusto prezzo e del valore reale di ciò che portiamo sulle nostre tavole».
La cena a quattro atti a Palazzo della Valle, a cura dello chef Umberto Vezzoli, ha consentito il debutto di oli della nuova campagna di diverse cultivar (Cerasuola, Ravece, Coratina e Nocellara) in abbinamento alle diverse portate, compreso il dessert. La dettagliata descrizione delle loro caratteristiche ha fatto capire quanta cultura si possa offrire a chi sta seduto a tavola: la ristorazione è uno asset essenziale per promuovere il prodotto olio con nuovi linguaggi e nuove proposte di consumo.

«Per far crescere il settore servono nuove energie e nuovi approcci culturali, dove la tradizione non deve essere vissuta come un ostacolo all’innovazione. In un comparto, come quello olivicolo, in cui l’età media è superiore a 53 anni, attrarre i giovani, sviluppando competenze e offrendo loro nuove prospettive professionali, è fondamentale». Per questo dall’accordo Carapelli-Confagricoltura-Unapol è nato un nuovo progetto di formazione. Il progetto punta sulla formazione dei giovani negli Istituti Tecnici Superiori e nelle Università. Un progetto pilota partirà a breve in collaborazione con l’Istituto Agrario Garibaldi di Roma.
Anche dal MASAF è stata ribadita l’importanza della formazione, della comunicazione e del confronto costruttivo tra le parti, filiera e istituzioni, in linea con gli obiettivi del nuovo Piano Olivicolo Nazionale, per il quale in questi giorni si stanno concludendo le attività dei Gruppi di lavoro.
I dati
Per l’uliveto Italia, nel suo complesso, – secondo i dati presentati – si prevede una buona annata, anche se in forma disomogenea: in forte crescita al Sud, in drastico calo al Centro-Nord, per un totale di 300mila tonnellate, +21% rispetto allo scorso anno, recuperando così la sua storica seconda posizione tra i principali produttori. Nel contesto mediterraneo, secondo gli ultimi dati COI (presentati il 28 ottobre 2025), la Spagna lascia prevedere una lieve flessione, con una produzione stimata di 1 milione 372mila tonnellate. Tunisia e Turchia rispettivamente con 270mila e 290mila tonnellate registrano un calo del 21% e del 43%.
Il totale della produzione europea si attesta appena sopra i 2 milioni di tonnellate, mentre il resto dei Paesi del Mediterraneo raggiunge il milione di tonnellate, facendo emergere una chiara evoluzione della geografia produttiva, grazie agli investimenti degli ultimi anni.
Sul fronte dei consumi, l’Italia si conferma il secondo Paese consumatore al mondo, mentre su quello dei prezzi, interessante il mantenimento del differenziale di prezzo dell’olio italiano, quasi il doppio rispetto a quello spagnolo e greco. Per favorire il comparto nazionale occorre accrescere la percezione del valore dell’olio extra vergine italiano, che fa leva sulle sue caratteristiche di qualità, biodiversità e territorio. Segnali positivi sono da cogliere anche dall’analisi della bilancia commerciale, che nei primi sette mesi del 2025 risulta in lieve avanzo, cosa poco consueta per il settore dell’olio di oliva. Restano comunque da affrontare seriamente le debolezze del nostro sistema, in cui l’insufficiente produzione nazionale e la scarsa valorizzazione del prodotto Made in Italy creano crescenti problemi di competitività, prima sul mercato interno e poi su quello internazionale.
Confagricoltura, Carapelli Firenze e Unapol insieme
La cena-evento di Confagricoltura, Carapelli Firenze e Unapol ha dimostrato come le sinergie di filiera e moderni format di comunicazione siano possibili ed efficaci per trasmettere alle generazioni più giovani un nuovo futuro per l’olio extra vergine di oliva italiano.
«Le stime di produzione indicano che l’Italia ha potenzialmente recuperato il proprio posizionamento nell’ambito dei Paesi produttori, tornando al secondo posto nella classifica mondiale dei principali produttori di olio d’oliva. Tuttavia, occorre cogliere gli stimoli che ci arrivano dal nuovo scenario produttivo e porre grande attenzione alle esigenze della filiera italiana con strategie mirate a valorizzare appieno le sue enormi potenzialità», afferma il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti.
«I dati – spiega Alberto Statti, componente della Giunta Esecutiva di Confagricoltura – dicono che torneremo a essere la seconda nazione produttrice di olio extravergine di oliva. Per Confagricoltura questo è un settore di fondamentale importanza perché è uno di quei settori che fa parlare anche dei territori. Abbiamo un territorio vastissimo con una biodiversità unica, un’enormità di cultivar all’interno del panorama italiano che rendono prezioso il nostro olio. In questo momento i produttori stanno lavorando tanto per raggiungere livelli di innovazione che consentano al prodotto italiano di mantenere questi primati. Oggi qui c’è il preside di un istituto tecnico agrario a dimostrazione dell’importanza che ricoprono i giovani, che rappresentano il futuro».
«Come azienda leader del settore sentiamo forte la responsabilità di agire anche nell’area della sostenibilità sociale, promuovendo, nell’ambito dell’accordo con Confagricoltura e Unapol, in essere dal 2018, un progetto di formazione trasversale, che copra tutte le fasi operative, dal campo fino alla distribuzione sul mercato. In tal modo intendiamo sottolineare l’importanza del nostro accordo di filiera e la possibilità concreta di creare valore per il settore», afferma Ignacio Silva, presidente di Deoleo – Carapelli Firenze.
«E’ di fondamentale importanza – spiega Tommaso Loiodice, presidente di Unapol – perseverare sul concetto di filiera, perché ciascun attore abbia il giusto riconoscimento economico e morale. Occorre inoltre lavorare su una comunicazione efficace per far capire che l’olio extra vergine non è un semplice condimento, ma un alimento buono, salutare e sostenibile. Il patrimonio olivicolo italiano è identitario di una collettività, di un territorio e di una storia millenaria che non solo va preservato, ma intelligentemente rinnovato per far fronte alle preoccupanti conseguenze del cambiamento climatico».
(redazione@corrierecal.it)
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