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Europee: Renzi, Sgarbi, De Luca e Santoro. Ecco gli “illustri esclusi”

Bocciati anche Cecchi Paone, Borghi e Bandecchi

Pubblicato il: 10/06/2024 – 22:21
Europee: Renzi, Sgarbi, De Luca e Santoro. Ecco gli “illustri esclusi”

ROMA Bocciati per non aver raggiunto la soglia di sbarramento del 4 per cento o “esclusi” dal nuovo Parlamento europeo per poche preferenze o non sufficienti. Da Matteo Renzi a Vittorio Sgarbi, da Cateno De Luca a Carlo Calenda e Alessandro Cecchi Paone, fino al leghista Claudio Borghi. Tanti i nomi “illustri” che non dovranno acquistare un biglietto aereo per Bruxelles. Ma non mancano nemmeno le curiosità: c’é chi ha cavalcato l’onda dell’anti-Vannacci e chi ha scommesso sul “me o lui/lei”. O chi, ancora, ha giocato tutto sull’antieuropeismo. Tra gli esclusi per mancanza di quorum c’é il leader di Italia viva Matteo Renzi, stessa sorte per la storica radicale Emma Bonino, alleati sotto il simbolo degli Stati Uniti d’Europa, lista che non ha raggiunto il 4%. Stesso motivo per il leader di Azione Carlo Calenda. Soglia di sbarramento lontana anche per la lista Libertà di Cateno De Luca e per la lista Pace Terra e Dignità di Michele Santoro, nonostante le molte preferenze. Male anche Alternativa popolare di Stefano Bandecchi, sindaco di Terni e noto alle cronache per alcune frasi sul fascismo («Fossi vissuto in quell’epoca sarei stato un fascista della prim’ora. Perché Mussolini ha fatto anche cose giuste») e altre dichiarazioni sessiste («Un uomo normale guarda il culo di una donna e forse ci prova»). Tra i non eletti nonostante le liste in cui erano candidati abbiano superato abbondantemente la soglia di sbarramento, saltano agli occhi alcune curiosità: non ce la fa Vittorio Sgarbi, critico d’arte ed ex esponente di governo – dimessosi per la vicenda legata alla presunta violazione della normativa antitrust sul conflitto di interessi – che in campagna elettorale si è fatto notare per il van ribattezzato “capramobile”, mutuando il nome da una espressione colorita a lui cara. Non vince la sfida delle preferenze nemmeno l’ex leghista Marco Reguzzoni, candidato come indipendente nelle liste di Forza Italia e tornato alle cronache a urne aperte per l’endorsement di Umberto Bossi, che ha annunciato di votare per lui anziché per il suo storico partito, la Lega (facendo infuriare Salvini). Non eletto nemmeno il leghista doc Claudio Borghi, la cui richiesta di dimissioni al Capo dello Stato, a ridosso dal voto, ha scatenato un putiferio. Infine, rischiano di non andare a Bruxelles l’eurodeputata uscente della Lega, Susanna Ceccardi, che ha incentrato la campagna elettorale in un fac-simile del gioco della torre: o me o lui/lei, mettendo a confronto la sua foto con quelle di volta in volta di Ilaria Salis o dell’ex medico di Lampedusa Pietro Bartolo; in bilico anche l’ex direttore di Avvenire Marco Tarquinio, candidato da indipendente nelle liste del Pd e le cui frasi sulla Nato hanno suscitato di recente un acceso dibattito.

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