Michele Ruol: «Volevo raccontare cosa accade quando le fiamme si spengono, come si sopravvive al dolore»
“Inventario di quel che resta dopo che la foresta brucia” tra le opere in gara al Premio La Cava. L’autore: «Questo romanzo parte da domanda»

«Questo romanzo parte da domanda a cui non avevo risposta: come si sopravvive al dolore?». Così nasce “Inventario di quel che resta dopo che la foresta brucia” (Terrarossa). A raccontarcelo è il suo autore, Michele Ruol. Una storia dove quello dell’inventario viene utilizzato come mezzo narrativo, con gli oggetti che diventano quasi dei personaggi in grado di parlarci: «In un certo senso il romanzo è una sorta di scavo archeologico». Quella raccontata è la storia di una famiglia distrutta, di una ricostruzione dolorosa ma necessaria: «Il vuoto, il dolore, la mancanza di senso: sono il punto di partenza», ci racconta l’autore dell’opera che ha conquistato un posto tra le dieci proposte al Premio Letterario “Mario La Cava”.
Che storie sono in grado di raccontare gli oggetti che ci circondano?

In quanto inanimati, gli oggetti sono destinati a sopravviverci, e in un certo senso il romanzo è una sorta di scavo archeologico: un inventario di reperti, a partire dai quali si potrà cercare di ricostruire la storia di chi li possedeva. Alle cose restano attaccati ricordi, frammenti di vita, emozioni, che danno loro un valore sentimentale tanto più prezioso quanto è inaccessibile dall’esterno. Hanno, gli oggetti, il potere di riportarci in altri luoghi e in altri tempi accedendo direttamente alla nostra memoria, e questa è la loro maledizione e la loro magia, perché permette loro di causare dolore e lenirlo insieme. Mentre ragionavo su come raccontare questa storia ho realizzato che questa contraddizione e ambivalenza poteva essere il punto di vista giusto per raccontarla: quanta vita e quanta umanità c’è in questi esseri inanimati?
Altro punto focale è sui personaggi e sulla loro evoluzione. “Inventario di quel che resta dopo che la foresta brucia” è la storia di una famiglia distrutta. Cosa rimane quando il mondo che ci costruiamo va in fiamme?
Questo romanzo parte da domanda a cui non avevo risposta: come si sopravvive al dolore? In questa storia il lutto quindi è dichiarato fin dall’inizio, perché quello che mi interessava raccontare è ciò che viene dopo. Per ricollegarmi al titolo, più che l’incendio volevo indagare quello che succede a partire dal momento in cui le fiamme si spengono. Il vuoto, il dolore, la mancanza di senso: sono il punto di partenza. I giorni però continuano a scorrere; la vita, biologicamente parlando, è inarrestabile. Mi premeva raccontare proprio questo paradosso partendo da qui, dal difficilissimo momento della ricostruzione, sollevando domande e cercando un senso insieme ai miei personaggi.
Lei che tipo di lettore è? Quali storie e generi catturano la sua attenzione?
Come lettore cerco di spaziare, senza pormi troppi confini: la mia bussola è lo stupore, la meraviglia che può nascere dalla storia narrata, i suoi personaggi, dal punto di vista nuovo e inaspettato che autrice o autore sono in grado di offrire, o ancora dalla lingua e la struttura con cui danno vita al mondo che raccontano.
È contento del fatto che la sua opera sia stata selezionata al Premio Letterario “Mario La Cava”?
Assolutamente sì, è un onore essere stato selezionato per un premio con una storia così prestigiosa e insieme ad opere di tale valore letterario.
L’autore
Michele Ruol, di professione medico anestesista, scrive per il teatro e ha pubblicato racconti sulle riviste letterarie «Inutile» ed «Effe – Periodico di Altre Narratività», oltre che in raccolte a più voci, come L’amore ai tempi dell’apocalisse (Galaad), a cura di Paolo Zardi, e Il Veneto del futuro (Marsilio), a cura di Alessandro Zangrando. Il testo Betulla, prodotto dal Piccolo Teatro di Milano per il podcast Abbecedario per il mondo nuovo, è stato pubblicato nel libro omonimo edito da Il Saggiatore. Inventario di quel che resta dopo che la foresta brucia è il suo esordio come autore di narrativa.
Il premio letterario “Mario La Cava”
Giunto alla sua ottava edizione, il Premio letterario “Mario La Cava” ha visto negli anni precedenti il trionfo di scrittrici e scrittori come Claudio Magris, Maria Pia Ammirati, Nadia Terranova, Donatella di Pietrantonio, Alessandro Zaccuri Gian Marco Griffi, Maria Grazia Calandrone.
Ogni anno viene assegnato a illustri personaggi del mondo letterario il Premio Speciale “La Melagrana” (negli anni precedenti Raffaele Nigro, Raffaele La Capria, Walter Pedullà, Piero Bevilacqua, Luigi Maria Lombardi Satriani, Massimo Onofri, Salvatore Silvano Nigro).
Nel corso della prossima edizione, così come negli anni precedenti, sarà poi assegnato il Premio dei lettori del Caffè, scelto tra i libri in gara da una giuria composta da appassionati lettori.
Le opere in concorso
Le opere proposte da una commissione composta da critici e scrittori tra quelle pubblicate in Italia nel 2024, saranno valutate da una giuria composta da Andrea Carraro, scrittore, Arnaldo Colasanti, critico e scrittore, Alessandro Moscè, critico e poeta, Caterina Verbaro, docente di letteratura all’Università LUMSA di Roma, e Pasquale Blefari, assessore alla Cultura del Comune di Bovalino, che selezionerà la terna finalista. L’opera vincitrice, a cura della stessa giuria, sarà designata durante la cerimonia di premiazione che si terrà a Bovalino ad aprile 2025.
• Nostra signora da Messina – Eliana Camaioni – Algra Editore – Proposto da Paola Radici Colace
• Sparring partner – Andrea Caterini – Editoriale Scientifica – Proposto da Domenico Calcaterra
• Missitalia – Claudia Durastanti – La nave di Teseo – Proposto da Margherita Ganeri
• Il figlio di Forrest Gump – Angelo Ferracuti – Mondadori – Proposto da Marino Magliani
• Il fuoco che ti porti dentro – Antonio Franchini – Marsilio – Proposto da Maria Grazia Calandrone
• Certe sere Pablo – Gabriele Pedullà – Einaudi – Proposto da Salvatore Silvano Nigro
• La ragazza eterna – Andrea Piva – Bompiani – Proposto da Stefano Ercolino
• Troncamacchioni – Alberto Prunetti – Feltrinelli – Proposto da Marco Gatto
• Inventario di quel che resta dopo che la foresta brucia – Michele Ruol – Terrarossa – Proposto da Dario Ferrari
• I giorni di vetro – Nicoletta Verna – Einaudi – Proposto da Sandro Abruzzese
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