Un romanzo che esplora diversi aspetti della psiche umana affrontando argomenti profondi e complessi. E’ una scrittura intensa quella di Andrea Piva ne La ragazza eterna (Bompiani). Renata e Boccia sono i protagonisti di una storia d’amore che rappresenta un viaggio dentro sentimenti spesso difficili da esternare: «Ci ho messo quasi cinque anni a scrivere questo libro, abbandonandolo e riprendendolo più volte», ci racconta l’autore dell’opera che ha conquistato un posto tra le dieci proposte al Premio Letterario “Mario La Cava”.
Come nasce quest’opera?
Come sempre, almeno per me, da varie esperienze di vita su cui ho riflettuto a lungo. Soprattutto da un viaggio di ayahuasca che ho fatto nel 2010 e che mi ha cambiato la vita in meglio, forse anche salvandomela, in un momento davvero disperante del mio percorso personale. Sono arrivato all’esperienza depresso e malato, e ne sono uscito completamente trasformato, con una consapevolezza nuova, più luminosa, del mio posto nel mondo. Non potevo non provare a scriverne.
È stato complicato per lei riuscire a mettere nero su bianco tutti i sentimenti che vengono raccontati in quello che è una sorta di viaggio interiore?
Molto. Infatti ci ho messo quasi cinque anni a scrivere questo libro, abbandonandolo e riprendendolo più volte; ci sono stati periodi in cui non mi ci potevo avvicinare senza stare davvero male.
Lei che tipo di lettore è? Quali sono i generi che la appassionano? Ci sono autrici o autori che la ispirano in qualche modo?
Sono molto discontinuo. Attraverso periodi in cui non faccio altro, quasi letteralmente, e altri in cui leggere mi è faticoso. Non ho generi preferiti, anche perché credo che la buona letteratura non ne conosca, nel senso che se li usa poi li travalica. E sì, ci sono scrittori che mi ispirano e a cui ritorno spesso, e sono molti: Berto, Brancati, Morselli, Arbasino, Fenoglio, Pavese, Manzoni…
È contento del fatto che la sua opera sia stata selezionata al Premio Letterario “Mario La Cava”?
Ci mancherebbe. Un premio letterario è sempre un premio letterario, soprattutto per un libro come questo mio, che trattando un tema molto complesso e tabù ha bisogno di un sostegno “impegnato”, diciamo. Ma nel caso specifico sono particolarmente felice perché la figura di Mario La Cava mi ha sempre molto incuriosito, pur essendo la sua una scrittura piuttosto distante dalla mia, anche strutturalmente. Il suo stile mi affascina, non essendo io granché capace di semplicità tanto compiutamente espressiva. E’ un dono che mi piacerebbe avere.
Andrea Piva, nato a Salerno nel 1971, esordisce nel 2000 scrivendo LaCapaGira, film recitato interamente in dialetto barese e diretto dal fratello Alessandro. La pellicola riscuote grandissimo consenso e vince il David di Donatello, il Nastro d’argento e il Ciak d’oro per la migliore opera prima. Nel 2002 scrive, sempre per la regia del fratello, il film Mio cognato, e nel 2008 firma la sceneggiatura di Galantuomini, per la regia di Edoardo Winspeare. Nel 2009 collabora con il regista austriaco Thomas Woschitz alla scrittura di Universalove, premio Max Ophüls in Germania alla migliore opera prima. Nel 2006 esordisce come narratore pubblicando da Einaudi il romanzo Apocalisse da camera. Nel 2009 inizia la carriera di giocatore di poker professionista diventando in breve uno dei nomi di maggiore spicco della scena online internazionale.
Giunto alla sua ottava edizione, il Premio letterario “Mario La Cava” ha visto negli anni precedenti il trionfo di scrittrici e scrittori come Claudio Magris, Maria Pia Ammirati, Nadia Terranova, Donatella di Pietrantonio, Alessandro Zaccuri Gian Marco Griffi, Maria Grazia Calandrone.
Ogni anno viene assegnato a illustri personaggi del mondo letterario il Premio Speciale “La Melagrana” (negli anni precedenti Raffaele Nigro, Raffaele La Capria, Walter Pedullà, Piero Bevilacqua, Luigi Maria Lombardi Satriani, Massimo Onofri, Salvatore Silvano Nigro).
Nel corso della prossima edizione, così come negli anni precedenti, sarà poi assegnato il Premio dei lettori del Caffè, scelto tra i libri in gara da una giuria composta da appassionati lettori.
Le opere proposte da una commissione composta da critici e scrittori tra quelle pubblicate in Italia nel 2024, saranno valutate da una giuria composta da Andrea Carraro, scrittore, Arnaldo Colasanti, critico e scrittore, Alessandro Moscè, critico e poeta, Caterina Verbaro, docente di letteratura all’Università LUMSA di Roma, e Pasquale Blefari, assessore alla Cultura del Comune di Bovalino, che selezionerà la terna finalista. L’opera vincitrice, a cura della stessa giuria, sarà designata durante la cerimonia di premiazione che si terrà a Bovalino ad aprile 2025.
• Nostra signora da Messina – Eliana Camaioni – Algra Editore – Proposto da Paola Radici Colace
• Sparring partner – Andrea Caterini – Editoriale Scientifica – Proposto da Domenico Calcaterra
• Missitalia – Claudia Durastanti – La nave di Teseo – Proposto da Margherita Ganeri
• Il figlio di Forrest Gump – Angelo Ferracuti – Mondadori – Proposto da Marino Magliani
• Il fuoco che ti porti dentro – Antonio Franchini – Marsilio – Proposto da Maria Grazia Calandrone
• Certe sere Pablo – Gabriele Pedullà – Einaudi – Proposto da Salvatore Silvano Nigro
• La ragazza eterna – Andrea Piva – Bompiani – Proposto da Stefano Ercolino
• Troncamacchioni – Alberto Prunetti – Feltrinelli – Proposto da Marco Gatto
• Inventario di quel che resta dopo che la foresta brucia – Michele Ruol – Terrarossa – Proposto da Dario Ferrari
• I giorni di vetro – Nicoletta Verna – Einaudi – Proposto da Sandro Abruzzese
Il Corriere della Calabria è anche su WhatsApp. Basta cliccare qui per iscriverti al canale ed essere sempre aggiornato
x
x