REGGIO CALABRIA Dall’accesissimo dibattito che ha visto protagonista il progetto di realizzazione del Ponte sullo Stretto (e destinato a continuare nei prossimi mesi-anni), a quello sui problemi di viabilità come conseguenza della paventata chiusura della galleria della Limina e della Strada 682 “Jonio-Tirreno”. Sono diversi gli avvenimenti che hanno animato il 2023 in tutta la provincia di Reggio Calabria, tra polemiche politiche, ma anche sblocchi di iter per importanti opere, come avvenuto per il nuovo Palazzo di Giustizia reggino, storica incompiuta insieme a quello di Locri. Il 2023 ha anche visto lo scioglimento del Comune di Scilla per infiltrazioni mafiose, e dall’altra parte la “ribellione” di Gioia Tauro alla ‘ndrangheta con una grande manifestazione. Sul fronte politico il 2023 ha portato il ritorno sulla scena del sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà e dell’ex sindaco di Riace Mimmo Lucano, entrambi usciti da lunghe vicende giudiziarie.
“Protesta” è sicuramente la parola chiave quando a Reggio Calabria e provincia si parla di mobilità e infrastrutture, la più grande nell’anno appena trascorso è stata sicuramente quella per la realizzazione del Ponte sullo Stretto, opera riportata all’attenzione dell’agenda politica del Governo dal ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Matteo Salvini che ha più volte assicurato: «L’obiettivo è l’avvio dei lavori per il Ponte sullo Stretto nell’estate del 2024. Il Ponte sarà un vantaggio economico e logistico per le imprese di tutta Italia, ma soprattutto per quelle del reggino e del messinese. Ma sarà anche un acceleratore di tutte le altre infrastrutture».
Un progetto non proprio apprezzato da tutti, che ha creato un’ondata di polemiche e proteste in un territorio in cui le infrastrutture sono a dir poco carenti. «Si pensi a strade e ferrovie», è l’obiezione di molti. Non si smuove il fronte “No ponte” che da Messina ha fatto sentire la propria voce.
Carenze che hanno fatto tremare la Locride quando a fare paura è stata il pericolo di chiusura completa della galleria della Limina – per lavori di ristrutturazione – : una vicenda che abbiamo raccontato in un’inchiesta e che ha messo in serie difficoltà la Locride, priva di “alternative” valide se a mancare completamente per ben venti mesi fosse stata la strada 682 “Jonio-Tirreno”, l’arteria che collega le due sponde in provincia di Reggio Calabria.
Protagonista di una inchiesta per “Calabria dell’altro Mondo” è stato anche il Palazzo di Giustizia di Reggio Calabria, insieme a quello di Locri, due storiche incompiute dal grande valore simbolico in territori dove la criminalità organizzata ha messo radici profonde. Per quello reggino il 2023 ha rappresentato l’anno dello sblocco di una storia che durava da vent’anni. L’opera è ancora ferma al 75% del completamento: un enorme ritardo che nel corso degli anni ha suscitato grande indignazione anche tra gli addetti ai lavori.
Lo scorso 6 novembre a Reggio Calabria con la visita del viceministro alla Giustizia Francesco Paolo Sisto è stato illustrato il progetto di completamento curato dall’Uta. Per completare i lavori, ha spiegato il viceministro a margine dell’incontro parlando con i giornalisti, serviranno «74 milioni di euro». «Il nostro – ha aggiunto – non è solo un impegno, ma una realtà. Stiamo cercando di recuperare il tempo perduto, oggi siamo qui per dire che questa creatura è pronta per partire. Credo che nei prossimi quattro o cinque anni saremo in gradi di offrire a Reggio Calabria il presidio che merita, una giustizia migliore per cittadini del Sud che hanno particolare diritto a una giustizia più giusta e più efficiente».
Per il territorio reggino è stato un anno ricco sul fronte del contrasto alla criminalità organizzata. L’ombra delle infiltrazioni da parte della ‘ndrangheta ha portato allo scioglimento del Comune di Scilla. Pasqualino Ciccone si era dimesso il 28 settembre 2022, venti giorno dopo la deflagrazione dell’inchiesta “Nuova Linea” della Dda di Reggio Calabria. Gli investigatori misero in evidenza un compendio delle relazioni pericolose tra politica e criminalità organizzata che parte proprio dai rapporti tra l’ex primo cittadino e personaggi vicini alle cosche della Tirrenica.
Ma il territorio ha saputo dimostrare con grande forza da che parte intende stare con un evento che ha coinvolto istituzioni e cittadini. La mattina del 31 marzo 2023 Gioia Tauro è scesa in strada con una grande manifestazione contro la ‘ndrangheta.
È stato un intervento pieno di rabbia quello del sindaco Aldo Alessio, in una piazza gremita di persone, un tripudio di colori, di giovanissimi, di “no” alla mafia, la manifestazione organizzata dal primo cittadino a seguito dell’operazione “Hybris” della Dda di Reggio Calabria con una complessa attività investigativa condotta dai carabinieri. Un’inchiesta che ha fotografato ancora una volta lo strapotere dei clan sul territorio della Piana di Gioia Tauro e che ha portato all’arresto di esponenti delle cosche Piromalli e Molè. «Dobbiamo riprenderci i nostri spazi e ribellarci. È arrivata l’ora di dire basta. Ai mafiosi dico: siete dei vigliacchi, dovete andarvene», ha rimarcato il primo cittadino.
Sul fronte politico il 2023 ha visto il ritorno sulla scena del sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà e dell’ex sindaco di Riace Mimmo Lucano, entrambi usciti da lunghe vicende giudiziarie. Falcomatà, che era stato sospeso a seguito della condanna nell’ambito del processo “Miramare”, in Cassazione ha trovato l’assoluzione. Il suo ritorno ha determinato polemiche e tensioni politiche sulla costituzione della nuova giunta comunale, una vicenda di cui conosceremo i risvolti probabilmente nelle prossime ore.
Grande ritorno alla vita politica anche quello di Mimmo Lucano, in appello sono crollate le maggiori accuse mosse dalla Procura di Locri con l’inchiesta “Xenia”.
Oggi l’ex sindaco, dalla sua Riace, sogna di «contrastare la destra» con un nuovo grande progetto politico di sinistra, accanto a Michele Santoro e Luigi de Magistris. L’ex sindaco del paese simbolo di accoglienza e integrazione non ha escluso un ritorno al ruolo di primo cittadino: «Potrebbe accadere, sento che la gente si aspetta questo da me. Non mi è arrivata però ancora nessuna proposta».
Si prospetta dunque un 2024 ricco di colpi di scena in un territorio che su tutti i fronti non si risparmia mai. (m.ripolo@corrierecal.it)
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